21 Luglio

Corrono le vendite di alimenti surgelati nel 2020

Il Rapporto annuale dell’IIAS (Istituto italiano alimenti surgelati) attesta al +5,5% la crescita dei volumi rispetto al 2019. Pesante l’impatto dell’emergenza Covid nel fuori casa, ma spingono il retail e il “door to door”.

 

Tirano la volata nel 2020 le vendite di prodotti surgelati. Lo rileva il Rapporto statistico dell’IIAS, l’Istituto italiano alimenti surgelati, da cui emerge, a volume, una crescita del 5,5% sul 2019, la migliore performance dal 2001.

 

Il settore, in base alla fotografia degli ultimi dodici mesi, sviluppa in Italia un giro d’affari di 4,45 miliardi di euro, movimentando un quantitativo di 896.000 tonnellate. Il fatturato, per poco meno del 70%, è generato dalle vendite sul circuito retail, vale a dire attraverso i canali tradizionali e le grandi superfici (off-trade), mentre un altro 20% è in quota all’extradomestico (on-trade), che tra catering, collettività, bar e ristorazione ha realizzato nel 2020 vendite per 900 milioni di euro. Al “door to door” le statistiche attribuisco l’11% di incidenza residua, con le consegne porta a porta (incluso l’e-commerce) che nel segmento dei congelati hanno determinato l’anno scorso un incasso record di mezzo miliardo di euro, grazie al potenziamento del ruolo dei player specializzati e ai vincoli alla mobilità delle persone imposti nella fase più critica del primo lockdown.

 

Senza dubbio, le dinamiche per i diversi canali riflettono, nel 2020, le macroscopiche distorsioni di mercato generate dalla grave emergenza sanitaria e dalle conseguenti misure di contrasto alla pandemia.

 

Favorita dalle restrizioni imposte dai contagi da coronavirus, la modalità delle consegne a domicilio ha sperimentato una crescita senza precedenti, destinata peraltro a consolidarsi nella fase di post pandemia, spiegano gli analisti.

 

Si consideri inoltre che, a fronte di una performance sostenuta sul circuito retail, con volumi aumentati del 12% su base annua, si è riscontrata nell’extra-door una pesante battuta d’arresto, con le vendite di alimenti surgelati (significativa al riguardo anche la chiusura delle mense scolastiche) crollate del 37% rispetto al 2019. Una brusca inversione di tendenza rispetto a un trend che, in passato, era apparso invece sempre in aumento, con l’on-trade che in alcuni anni aveva anche ribaltato il risultato negativo del mercato retail.

 

Complessivamente, il successo dei surgelati decretato dagli ultimi dodici mesi, nonostante il crollo del fuori casa, ha spinto a un livello record il consumo pro-capite, balzato in media a 15,1 kg.

 

Secondo lo studio, il 2020 ha visto insomma rafforzarsi il rapporto tra Italiani e cibi surgelati, un trend in ascesa che ha caratterizzato, nel retail, tutti i segmenti merceologici del settore.

 

Tra le singole referenze – dettaglia il rapporto – il reparto dei vegetali conferma il suo primato, con oltre il 42% delle vendite al dettaglio e un più 10,5% a volume. Quota che sale a 57% se si considerano anche le patate, cresciute nel retail del 10,7%.

 

A fare da traino sono stati i vegetali preparati, seguiti da zuppe e minestroni.

 

Resta di nicchia, sia pure con significativi potenziali di crescita, il segmento delle carni surgelate, sia rosse sia bianche, che con poco meno di 15.000 tonnellate hanno messo a segno l’anno scorso una crescita attorno al 10%.

 

Positive anche le performance dei prodotti ittici, pizze e snack e piatti ricettati, segmento che fa leva sulla migliore tradizione gastronomica italiana e sulla qualità di prodotti tipici quali ravioli, tortellini e lasagne.

 

I “frozen food” guardano con crescente interesse anche ai mercati esteri, grazie alle opportunità legate ai nuovi accordi commerciali e alle recenti aperture degli Usa, dove le aziende italiane potranno esportare anche le pizze surgelate arricchite con prodotti di salumeria, tra le più amate dai consumatori americani.

 

L’Europa resta per export il mercato di maggiore riferimento, con oltre tre quarti del fatturato estero del settore, ma alcuni prodotti di punta del made in Italy, come le pizze, raggiungono ormai senza eccezioni i cinque continenti.

 

Per Giorgio Donegani, presidente dell’IIAS, dietro ai cibi surgelati c’è anche una “grande valenza anti spreco e, in generale, una rispondenza alle crescenti esigenze di consumo sostenibile”.

 

Da rilevare, infine, che anche i dati del primo trimestre 2021 confermano i trend in atto, evidenziando significativi progressi, seppure in un mercato caratterizzato da tassi di crescita più attenuati rispetto allo scorso anno.

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