4 Gennaio

Coceral, l’Europa torna a investire sui cereali

Previsioni di semina. Le stime indicano nell’Ue-27 una crescita delle superfici a frumento tenero del 6%. Stessa dinamica per il grano duro, con un aumento delle semine atteso anche in Italia (+3%).

 

Il Coceral (rappresentanza del trade nel comparto europeo dei seminativi) ha pubblicato nei giorni scorsi una prima stima sulla nuova campagna di semina, preannunciando nell’Ue una crescita generalizzata delle superfici a frumento, in un contesto di maggiore fiducia per la positiva evoluzione dei prezzi internazionali.

 

Nel nuovo perimetro dell’Unione europea a 27 Stati membri, con l’ormai definitiva uscita del Regno Unito, gli analisti prevedono un’estensione, relativamente al frumento tenero, di 21,8 milioni di ettari, in crescita di oltre il 6% sulla scorsa campagna. La previsione considera, nel computo delle semine per il raccolto 2021, un forte aumento degli investimenti in Francia, primo produttore europeo davanti a Germania e Polonia. Nelle campagne d’Oltralpe gli analisti si attendono il superamento della soglia dei 5 milioni di ettari, corrispondenti a un 20% in più su base annua. Una stima che appare però più favorevole rispetto a quella rilasciata nei giorni scorsi da Agreste, l’Ufficio statistico del Ministero dell’Agricoltura francese, che ha indicato invece nei suoi prospetti un’estensione di 4,7 milioni di ettari, in crescita del 12,4% anno su anno, ma in calo di circa 2 punti percentuali se rapportata alla media dell’ultimo quinquennio.

 

Aumenti sono attesi anche in Germania – spiega il Coceral – dove è alla portata di quest’anno il conseguimento del target dei 3 milioni di ettari, corrispondenti a un aumento di oltre il 7% sulla scorsa campagna.

 

Per quanto concerne l’Italia, non si prevedono particolari scossoni, con i 550.000 ettari indicati dagli analisti che andrebbero ad aumentare di circa il 4% le superfici investite nella precedente stagione.

 

Nel nuovo contesto, dovrebbe inoltre portarsi a 1,3 milioni di ettari il dato di semina a frumento duro, di cui l’Italia detiene per produzione e superfici la leadership a livello europeo, un risultato anche questo in crescita di oltre il 3% su base annua.

 

Da rilevare che a livello dei Ventisette il Coceral prevede un investimento a frumento duro di quasi 2,4 milioni di ettari, con un 6% circa di aumento.

 

Oltre alle semine, gli esperti si sono spinti a formulare una prima valutazione sul raccolto 2021, basando la stima su rendimenti medi ottenibili in assenza di particolari avversità climatiche. Al riguardo, per il frumento tenero si prevede una produzione, nell’Ue-27, di 127,9 milioni di tonnellate, in crescita di quasi il 9%, grazie ai progressi attesi in Francia e Germania e ai prevedibili miglioramenti di resa nei Paesi balcanici, dove l’ultimo raccolto era stato fortemente influenzato dalle condizioni meteorologiche avverse.

 

Analoga la tendenza per il frumento duro, di cui il Coceral si attende nei Ventisette una produzione di 8,1 milioni di tonnellate (+8,2%). Da segnalare che in Italia si tornerebbe sopra la soglia dei 4 milioni di tonnellate, dopo un’annata inferiore alle attese soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno per problemi di siccità.

 

La previsione vede alla portata di quest’anno un raccolto nazionale di quasi 4,2 milioni di tonnellate che, se confermato, migliorerebbe dell’8% il risultato dell’anno scorso.

 

Le stime fornite dai rappresentanti degli operatori commerciali europei si spingono anche a valutare semine e produzione di orzo nel 2021. Il dato continentale preannuncia un areale di 8,7 milioni di ettari, con una crescita limitata a un solo punto percentuale. Il raccolto, basandosi sulle rese medie storiche, dovrebbe attestarsi attorno a 43,7 milioni di tonnellate, replicando nell’Ue il risultato del 2020. Va sottolineato che, a fronte di risultati decisamente migliori sia in Francia sia nelle campagne tedesche, la stima incorpora un dato di resa in netto calo rispetto alla scorsa stagione in Spagna, dove è atteso un -30% del raccolto.

 

In Italia, il quadro produttivo dell’orzo risulterebbe sostanzialmente invariato nel 2021, sia in relazione alle semine sia ai rendimenti unitari, in previsione di un quantitativo di 950.000 tonnellate.

 

Da rilevare che i maggiori investimenti a cereali autunnali non comporterebbero, nelle campagne italiane, un’ulteriore perdita di superfici destinate alla coltivazione del mais. Al riguardo, il Coceral preannuncia una crescita, sia pure marginale, pronosticando 600.000 ettari contro i 590.000 del 2020.

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