27 Febbraio

Cambiamenti climatici, sale il conto dei danni per le compagnie assicurative

Negli ultimi sette anni il rapporto sinistri/premi nel ramo agricolo è andato per quattro volte oltre la soglia di stabilità finanziaria, con un picco del 137% nel 2017.

 

Non si arresta la crisi climatica e sale il livello d’allerta anche tra gli operatori economici.

 

Il nuovo report del NOAA, l’agenzia che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia, certifica la gravità della situazione a livello mondiale, con il 2019 rivelatosi il secondo anno più caldo di sempre dopo il 2016.

 

Il fenomeno del riscaldamento globale, spiegano gli esperti, si è notevolmente intensificato nell’ultimo quinquennio, passato alla storia come il più caldo dal 1880, l’anno che aveva segnato l’inizio delle rilevazioni ufficiali.

 

Climatologi e meteorologi ricordano anche che dal 1960 ogni decade ha fatto sempre registrare temperature medie superiori a quella dei precedenti due lustri. E in Europa, in particolare, la colonnina di mercurio è salita a un tasso medio di 0,14°C per decennio a partire dal 1910.

 

Tuttavia, a differenza di quanto osservato in altre aree del globo, dal 1981 il tasso di crescita decennale nel Vecchio Continente è più che triplicato, portandosi a 0,46°C di media.

 

Il NOAA ha reso noti nei giorni scorsi anche i dati sull’anomalia termica (+1,14°C rispetto alla media del XX secolo) osservata a gennaio del 2020, oltre il record stabilito nello stesso mese del 2016. In Italia, in particolare, l’inverno mite ha anticipato la fioritura di alcune specie frutticole di circa due settimane, alzando il livello d’allarme nelle campagne sul rischio gelo, conseguente anche a una maggiore escursione termica tra il giorno e la notte.

 

Il National Oceanic and Atmosferic Administration americano ha nel frattempo stilato una prima lista di danni arrecati dagli eventi climatici estremi, stimando sul territorio statunitense la cifra monstre di 45 miliardi di dollari. L’aumento della temperatura ha comportato una maggiore frequenza di regimi siccitosi – scrivono gli esperti – ma ha anche intensificato le precipitazioni, aumentando l’esposizione ai rischi alluvionali.

 

Sempre sul tema dei cambiamenti climatici, la compagnia di riassicurazione tedesca Munich Re segnala che, nel 2019, le catastrofi naturali hanno causato danni per 150 miliardi di dollari, inclusi i 52 miliardi di perdite assicurate.

 

L’aumento della frequenza e della intensità degli eventi meteorologici estremi, da piogge alluvionali a grandine e venti forti, è la conseguenza più evidente del «climate change» anche nei paesi a clima temperato come l’Italia, dove il sistema assicurativo si scontra oggi con l’esigenza di coprire aree geografiche che in passato erano esenti, o quasi, da questo tipo di fenomeni avversi.

 

Nel settore agricolo, dai dati ancora preliminari sulla campagna assicurativa 2019 emerge un peggioramento del «ratio» sinistri/premi, indicativo di uno squilibrio finanziario che induce da alcuni anni le compagnie ad alzare i costi di copertura contro i rischi meteorologici. Si consideri, al riguardo, che gli ultimi dodici mesi hanno chiuso con un rapporto sinistri/premi stimato attorno al 110%, distante da quello considerato «di equilibrio», vale a dire nell’intorno dell’80%.

 

Negli ultimi sette anni, dal 2013 al 2019, si è andati per quattro volte oltre questa soglia di stabilità finanziaria, con un picco del 137% toccato nel 2017, anno in cui la spesa per indennizzi raggiunse un livello eccezionalmente elevato.

 

Gli eventi che hanno determinato il grosso dei risarcimenti nel 2019 sono stati grandine, gelo, vento e pioggia.

 

Un primo resoconto sulla campagna assicurativa l’ha fornito il Condifesa di Trento, distretto agricolo a forte intensità assicurativa, che se da un lato non segnala eventi estremi come l’eccezionale gelata del 2017, dall’altro registra una serie diffusa di episodi calamitosi, causa di danni a numerose colture agrarie.

 

Gli agricoltori della provincia, stima il Consorzio di difesa, riceveranno oltre 40 milioni di euro a ristoro delle perdite subite. Ma a livello nazionale il bilancio dei danni, potrebbe superare l’importo che le compagnie hanno incassato con i premi sulle colture vegetali, azzerando i margini o lasciando in rosso in conti del 2019.

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