14 Gennaio
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Annata positiva per le mele, corrono consumi ed export

L’analisi di Assomela. Buono l’avvio della campagna di commercializzazione, con le vendite cumulate da inizio stagione superiori del 35% rispetto allo scorso anno.

 

Grandine e cimice asiatica hanno avuto quest’anno un impatto relativamente modesto sulla produzione di mele, se non altro rispetto alle attese iniziali. E a operazioni ormai concluse il bilancio è positivo sia sul fronte dei raccolti che su quello (almeno iniziale) della commercializzazione, che dopo un avvio sostenuto dovrebbe mantenere un andamento dinamico, sia pure con le cautele imposte dalla situazione attuale.

 

A fornire un quadro aggiornato sul raccolto 2020 è Assomela, associazione che riunisce le principali aziende del settore, con circa l’80% della produzione nazionale.

 

Danni alle coltivazioni associati a eventi meteorologici avversi si sono riscontrati solo in ambiti territoriali circoscritti. Le condizioni climatiche e, soprattutto, l’assenza di situazioni di caldo eccessivo hanno favorito l’accrescimento dei frutti – spiegano gli esperti – assicurando calibri elevati e una qualità più che soddisfacente pressoché in tutte le aree di produzione.

 

Elementi che spingono gli analisti a conteggiare un risultato migliore rispetto alle indicazioni iniziali, con la valutazione di 1,8 milioni di tonnellate di mele destinate al consumo fresco.

 

Considerando anche la quota di produzione avviata alle lavorazioni industriali, si stima un quantitativo 2020 di 2,1 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea con quanto previsto ad agosto.

 

A livello variatale emerge una produzione ampiamente sotto la media per la Golden Delicious (-6%), a fronte di un raccolto record sia per la Gala sia per le varietà “club”, soggette a royalty, il cui trend, ancora positivo, suggella l’attenzione e il gradimento dei consumatori verso le nuove proposte varietali.

 

L’esito del 2020 conferma anche il primato storico per volumi di produzione nel segmento del bio, che con un raccolto di circa 190.000 tonnellate, corrispondenti al 9% del volume totale, esce dalla sua dimensione di nicchia.

 

Quanto ai prezzi, in questa prima fase della campagna di commercializzazione le quotazioni si sono attestate su livelli ben più elevati rispetto alla scorsa annata, rileva l’Ismea, con una produzione in lieve aumento (+1%), ma con scorte di riporto pressoché azzerate, data anche la carenza di frutta estiva che nella stagione calda ha favorito il collocamento delle residue partite di mele di produzione 2019.

 

Le condizioni sono favorevoli anche per i consumi e le esportazioni. Le minori disponibilità sia in Francia che in Spagna, Paesi che quest’anno hanno registrato perdite produttive a doppia cifra, implicano vantaggi per le mele italiane sui mercati europei ed extra-Ue.

 

Da rilevare che l’ultima campagna di commercializzazione (da agosto 2019 a luglio scorso) si è chiusa con un risultato positivo sul fronte dell’export. Il fatturato estero ha messo a segno un progresso dell’8,5%, spingendosi a 772 milioni di euro. È stata invece più modesta la crescita dei volumi, con un più 1% su base annua e un risultato di poco oltre le 877.000 tonnellate.

 

Gli elementi di riscontro forniti da Assomela confermano anche l’andamento sostenuto dei consumi interni. Le vendite cumulate da inizio campagna hanno già oltrepassato le 500.000 tonnellate, superando del 35% i livelli dello scorso anno.

 

Nel bilancio dell’intera annata trascorsa si è avuto in Italia un sell out, con le vendite di mele, sul circuito retail, che hanno toccato i livelli più elevati degli ultimi anni.

 

A motivare l’ottima performance è stata l’attenzione che il consumatore italiano ha riservato a tutto il reparto frutticolo nella fase del primo lockdown, con il periodo compreso tra i mesi di marzo e maggio che ha fatto segnare per le mele livelli di consumo eccezionalmente elevati.

 

Positivo anche l’avvio della campagna 2020-2021 oltre confine. Nel bimestre agosto-settembre le esportazioni di mele italiane hanno sfiorato quota 150.000 tonnellate, mettendo a segno un aumento di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2019.

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