Anbi: per affrontare i mutamenti climatici occorre aumentare la capacità di resilienza del territorio
Incrementare la capacità di resilienza del territorio italiano, che va dotato di infrastrutture per rispondere alle nuove condizioni climatiche, attraverso il potenziamento del sistema irriguo e il varo di un Piano nazionale degli invasi, in grado di aumentare la raccolta di acqua piovana (ferma all’11%), creando utili riserve e limitando il rischio idrogeologico per le comunità.
È la richiesta formulata dall’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, che sottolinea come anche sul territorio del Belpaese i mutamenti climatici siano ormai diventati strutturali. Periodi di grave insufficienza idrica sono infatti intervallati da temporali disastrosi, sia per la violenza che li caratterizza, sia perché si abbattono su terreni inariditi, con ridotta possibilità di assorbimento.
Nonostante le piogge che hanno colpito Lombardia, Trentino e Veneto, segnala l’Anbi, i livelli dei grandi laghi del Nord, dai quali attinge il bacino padano, continuano a scendere. La situazione più preoccupante è quella del lago di Garda, che contiene solo il 44% della sua capacità, mentre sono in picchiata anche i livelli dei laghi d’Iseo e di Como; anche il lago Maggiore è sceso sotto la media stagionale. Notevole apprensione deriva anche da un generalizzato abbassamento delle falde, affiancato dalla pressoché totale assenza di riserve nevose in montagna.
«La carenza idrica», conclude il direttore generale dell’Anbi, Massimo Gargano, «obbliga a scelte nell’utilizzo della risorsa non scevre da conseguenze, soprattutto sull’economia agricola: se in Piemonte, il forte calo nelle precipitazioni ha costretto a privilegiare l’allagamento delle risaie all’irrigazione del mais, in Sardegna, dove a rischio è il futuro non solo dei raccolti, ma anche della pastorizia, sono le presenze turistiche a condizionare fortemente la disponibilità d’acqua».
(© Osservatorio AGR)