Allarme per i fondi dei Psr non spesi
C’è il rischio concreto che le imprese agricole di diverse Regioni italiane possano perdere oltre 600 milioni di euro di risorse pubbliche per lo sviluppo rurale se i fondi stanziati non verranno spesi entro il prossimo 31 dicembre. Si tratta, in particolare, di 386 milioni di euro di quota UE.
L’allarme è partito nei giorni scorsi da Coldiretti sulla base dello stato di avanzamento della spesa al mese di ottobre. Una situazione preoccupante – sottolinea l’Organizzazione – in un momento di grave emergenza economica e occupazionale dovuta alla pandemia da Covid.
“Siamo di fronte a un pericolo che l’Italia non si può permettere di fronte all’Unione Europea e soprattutto alle imprese che in molti casi stanno lottando per la loro sopravvivenza” ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre una decisa inversione di tendenza per recuperare risorse preziose, ma anche per non ripetere gli stessi errori per i progetti del Recovery Fund”.
Ora serve la solita accelerazione della spesa di fine annata per spendere buona parte di queste risorse, ma l’obiettivo è non restituire a Bruxelles somme strategiche per il comparto agricolo, finalizzate tra l’altro all’ammodernamento delle imprese, ai progetti di filiera, al biologico, alla difesa della biodiversità, alla forestazione e all’insediamento dei giovani agricoltori.
I ritardi di attuazione e spesa dei Psr italiani sono legati a una molteplicità di problemi. Tra questi: eccesso di burocrazia, ricorsi al Tar e problemi informatici rilevati in alcune regioni.
Purtroppo l’Italia non è nuova a questa situazione, che puntualmente si verifica ogni anno ormai da molto tempo. Anzi, nel tempo è peggiorata, come dimostra ancora Coldiretti che ha effettuato un confronto tra il livello di spesa dei Psr 2014-2020 e quello della precedente programmazione 2007-2013. In particolare, l’analisi ha comparato, regione per regione, il livello di spesa al 31 dicembre 2019, anno precedente la chiusura della programmazione in atto, con il corrispettivo anno della programmazione 2007-2013, ovvero al 31 dicembre 2012.
I dati parlano chiaro. Complessivamente, infatti, al 31 dicembre 2019 il livello di spesa delle politiche di sviluppo rurale in Italia è risultato pari al 43,05%, mentre, nel precedente periodo di programmazione si attestava sul 51,77%. Il ritardo di spesa è dunque pari all’8,72%. In altri termini, si tratta di 1,8 miliardi di euro erogati in meno rispetto al passato, che potevano già essere nelle tasche agli agricoltori italiani.