30 Gennaio
imprese & mercati politiche

Alimenti: l’Italia lancia l’etichetta «a batteria»

L’Italia ha formalmente notificato alla Commissione europea la propria proposta di etichetta nutrizionale dei prodotti alimentari, la cosiddetta «etichetta a batteria» o NutrInform Battery.
Un sistema che, nelle intenzioni, ha l’obiettivo di costituire un’alternativa al sistema francese del Nutriscore, ritenuto penalizzante per molti dei prodotti più tipici del made in Italy.
La descrizione dell’etichetta a batteria è contenuta in un decreto interministeriale predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole, frutto di un lavoro portato avanti insieme a tutta la filiera agroalimentare.
A differenza del Nutriscore, che utilizza i colori del semaforo per esprimere un giudizio sui prodotti agroalimentari attraverso un algoritmo di misurazione che, basato su 100 grammi, li classifica dalla A alla E, la NutrInform Battery italiana indicherà al consumatore l’apporto nutrizionale dell’alimento in rapporto al suo fabbisogno giornaliero e al corretto stile alimentare, evidenziando la percentuale di calorie, grassi, zuccheri e sale per singola porzione.
In questo modo si dovrebbe evitare che prodotti come formaggi e olio d’oliva vengano classificati come poco salutari indipendentemente dalle quantità che ragionevolmente se ne possono mangiare.
Il sistema italiano, comunque, non si applicherà ai prodotti dop, igp e stg che sono già «garantiti» dal marchio europeo.
«Si tratta di un sistema realmente utile al consumatore, capace di informare e non di influenzare il consumatore attribuendo presunti “patentini di salubrità” a un alimento piuttosto che a un altro, senza valutarlo nel suo complesso e in un corretto equilibrio nutrizionale» ha dichiarato in proposito Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia.
Soddisfazione è stata espressa anche da Coldiretti, che sottolinea come «Le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea si basano su sistemi fuorvianti, discriminatori e incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta».

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