28 Aprile
politiche

Al via PRIMA, partnership di ricerca su agricoltura e risorse idriche dell’area mediterranea

Via libera da Bruxelles a PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), la partnership di ricerca che riguarda il settore idrico e agroalimentare dei Paesi del bacino mediterraneo.

 

Con l’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio europeo, viene infatti istituita l’agenzia per l’attuazione del programma che, potendo contare su uno stanziamento di oltre mezzo miliardo di euro per i prossimi dieci anni, prevede la ricerca di soluzioni innovative nel campo dei sistemi alimentari, delle tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza in agricoltura, dell’uso efficiente delle risorse idriche.

 

Tra i fondi messi a disposizione, 220 milioni di euro arriveranno dalla Commissione europea, nell’ambito del programma quadro per la ricerca Horizon 2020, e oltre 300 milioni dai 18 Paesi partecipanti alla partnership. Si tratta di 11 Paesi appartenenti all’Unione europea (Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna) e 7 Paesi extracomunitari (Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia).

 

«Il progetto di cooperazione PRIMA aiuterà a migliorare la salute e il benessere dei popoli che vivono nell’area mediterranea», ha sottolineato Chris Agius, segretario parlamentare della presidenza maltese del Consiglio dell’Unione europea, «e incoraggerà la crescita economica e la stabilità nel lungo periodo. L’accordo raggiunto permetterà al programma PRIMA di essere operativo dall’inizio del 2018, come avevamo prefissato».

 

«Per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali del Mediterraneo», ha evidenziato Valeria Fedeli, titolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), «la ricerca e l’innovazione possono svolgere un ruolo centrale. Sistemi agricoli più sostenibili, miglior uso dell’acqua e sviluppo delle imprese del settore alimentare possono contribuire alla crescita economica e sociale dell’area, anche ai fini della gestione dei fenomeni migratori».

 

«Dopo 5 intensi anni di lavoro», ha aggiunto Angelo Riccaboni, docente dell’Università di Siena e coordinatore del Consorzio PRIMA per conto del Miur, «è stato raggiunto un traguardo prezioso per il rafforzamento della cooperazione euro-mediterranea, con il contributo determinante del Miur che, come leader del programma, ha sempre creduto nell’importanza strategica dell’iniziativa ai fini di uno sviluppo sostenibile dell’area del Mediterraneo».

 

Raggiunto l’accordo istituzionale, inizia ora il percorso operativo che porterà a lanciare entro la fine del 2017 i primi bandi per finanziare progetti di ricerca tra istituzioni e imprese delle due coste del Mediterraneo.

 

(© Osservatorio AGR)

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