9 Settembre
imprese & mercati politiche Prezzi

Al riso europeo servono ancora i dazi sull’import asiatico

In attesa dei primi dati produttivi della campagna 2021, il riso italiano (di gran lunga al primo posto in Europa) guarda con apprensione ai mercati mondiali, in particolare ai problemi che potrebbero derivare dal mancato rinnovo della clausola di salvaguardia applicata dall’Unione Europea nei confronti delle importazioni di riso Indica da Cambogia e Myanmar (l’ex Birmania).


Varata 3 anni fa, la clausola prevedeva il ripristino del dazio da 175 euro alla tonnellata sul riso indica lavorato e semilavorato proveniente dai due Paesi del Sud-Est asiatico ed è in scadenza il 18 gennaio 2022.


L’ UE aveva preso atto che, come sostenuto dal nostro Paese con l’appoggio di tutti gli altri produttori UE (Spagna, Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Bulgaria e Ungheria), le importazioni a dazio zero dai due Stati asiatici, legittimate dal regime di preferenza commerciale UE per i Paesi più poveri, tra il 2012 e il 2017 avevano portato serie difficoltà al settore risicolo europeo in termini di calo dei prezzi, della quota di mercato e della produzione.


«La clausola di salvaguardia in questi anni ha funzionato – spiega il direttore generale dell’Ente Risi, Roberto Magnaghi – e, anche a causa dell’impatto della pandemia sugli scambi commerciali la situazione è migliore di tre anni fa, ma resta il pericolo concreto che la fine dei dazi riproduca gli stessi squilibri: chiediamo alla Commissione di valutare questo aspetto».


I rischi concreti che l’Ente Risi intende mettere in evidenza si basano sulle iniziative della Cambogia. La Federazione che rappresenta i produttori del Paese asiatico, sostenuta dal governo, ha presentato ricorso al Tribunale dell’Ue contro la decisione della Commissione di attivare la clausola di salvaguardia. La sentenza dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, a fine anno, o forse all’inizio del 2022.


«Il fatto che la Cambogia si sia rivolta alla Corte – dice Magnaghi – conferma che per il Paese asiatico i dazi sono un grosso problema e che esiste da parte sua un palese interesse a eliminarli per poter riprendere le esportazioni verso l’Europa ai ritmi di tre anni fa».


Da Bruxelles si aspettano comunque che il primo passo lo faccia la filiera.

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