13 Maggio
innovazione

Agrofotovoltaico: in Germania le verdure si coltivano sotto i pannelli solari

Energia solare sopra, verdura sotto. È il binomio produttivo che caratterizza l’agrofotovoltaico, una tecnologia sulla quale sta investendo la Germania.

 

Il primo impianto sperimentale è stato inaugurato lo scorso settembre a Helgebbach, vicino al lago di Costanza, al confine con l’Austria e la Svizzera. A realizzare la struttura, l’Istituto Fraunhofer per i sistemi a energia solare (ISE) che, insieme alla Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Hohenheim e all’Istituto per la Tecnologia di Karlsruhe (KIT), collabora a un progetto finanziato con 2,8 milioni di euro dal Ministero tedesco della ricerca.

 

Fu proprio il fondatore dell’ISE, Adolf Goetzberger, ad avere l’intuizione che agricoltura e fotovoltaico potessero coesistere. L’idea risale al lontano 1981, ma solo oggi è stata tradotta in realtà dai ricercatori attraverso la costruzione di un impianto formato da una serie di pannelli solari, posti su piloni alti 5 metri, che fanno da tettoia al terreno coltivato.

 

Come rivela il direttore del progetto, Stephan Schindele, la parcella di terreno sperimentale si estende complessivamente su circa 2,5 ettari, mentre l’impianto di ricerca copre una superficie pari a un terzo di ettaro. L’area restante funge da termine di paragone, poiché vi vengono coltivati gli stessi vegetali, ma senza pannelli solari. Quattro le specie protagoniste del test: grano invernale, trifoglio, patate e sedano rapa. I raccolti del 2017 e del 2018 verranno confrontati per valutare le differenze nella crescita: l’Istituto dichiarerà il test superato se la resa sotto i pannelli sarà almeno pari all’80% di quella in pieno sole.

 

«Al momento stiamo raccogliendo sul campo i dati relativi all’aria e al suolo», riferisce Petra Hoegy, docente di ecologia vegetale e tossicologia ambientale presso l’Università di Hohenheim.«Siamo proprio all’inizio del periodo vegetativo».

Ancora non sono disponibili risultati concreti, sebbene a prima vista non si notino differenze tra le piante di frumento invernale coltivate sotto i pannelli solari e quelle coltivate a fianco della struttura.

 

Per la sperimentazione vengono utilizzati moduli solari bifacciali, che non solo trasformano in energia le radiazioni solari che vengono dall’alto, ma sfruttano anche la luce riflessa sulla parte posteriore dei collettori. L’impianto agrofotovoltaico di Helgebbach sviluppa una potenza di 194 kilowatt, sufficiente per coprire il fabbisogno energetico di 62 famiglie.

 

Gli ambientalisti guardano con favore a progetti come questo, in quanto la duplice utilizzazione della superficie coltivabile permetterebbe di contrastare nel lungo termine il consumo di suoli.

 

Come rivela lo stesso Schindele, la regione del Lago di Costanza è particolarmente interessante per progetti pilota di questo tipo. «Da un lato perché al suo interno sono presenti aziende ad alto consumo energetico, dall’altro perché in questa zona il potenziale di produzione di energia elettrica è molto limitato. Gli impianti di produzione di energia eolica hanno un basso grado di accettazione da parte della collettività, per via dell’impatto sul panorama alpino; inoltre, vi sono pochi impianti di produzione di biogas, a causa delle grandi coltivazioni di frutta, uva da vino e luppolo diffuse nella regione. Dunque, l’unica tecnologia utilizzabile appare quella fotovoltaica».

 

L’obiettivo, nel lungo termine, è che l’agrofotovoltaico venga riconosciuto come un’ulteriore tecnologia nel campo delle energie rinnovabili. È quanto si augura Schindele, immaginando, in un prossimo futuro, una cooperazione tra le aziende municipalizzate e gli agricoltori locali, per decentralizzare la produzione di energia elettrica.

 

(© Osservatorio AGR)

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