Agrofarmaci, la revisione del Pan avanza
Fino al prossimo 15 ottobre è aperta la consultazione pubblica sul Pan, il Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, in corso di revisione, che andrà a stabilire le regole e gli obiettivi per il quinquennio 2020-2024.
Il nuovo Piano, che è un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile, nasce dalla mediazione tra i Ministeri delle politiche agricole, dell’ambiente e della salute che hanno cercato di integrare le esigenze del settore agricolo, della popolazione, degli utilizzatori e dell’ambiente. Il documento mostra una serie di criticità che potranno essere «smussate» analizzando, appunto, le osservazioni pervenute ai ministeri competenti durante la fase di consultazione pubblica.
L’aspetto più innovativo del Pan in discussione è rappresentato dalla necessità di una piena sincronia con gli strumenti programmatori della Pac post 2020. Nella prospettiva di una strategia nazionale che dovrà coordinare in modo efficace Primo, Secondo pilastro e Ocm, Ministero, Regioni e Province autonome dovranno studiare e prevedere una serie di strumenti utili a finanziare la corretta applicazione delle misure introdotte nel nuovo Piano o, più in generale, a garantirne il rispetto e l’applicazione in sintonia con gli obiettivi del Piano stesso. Fra questi strumenti vi sono la condizionalità rafforzata, gli ecoschemi del Primo pilastro e le misure di sviluppo rurale per il sostegno ad azioni di formazione e consulenza, per la tutela e salvaguardia dell’ambiente acquatico, di aree naturali protette e acque e popolazione, o a favore della diffusione dei metodi di produzione integrata e agricoltura biologica.
Le principali associazioni di categoria del mondo agricolo sono concordi nell’affermare come risulti fondamentale che difesa integrata e biologico non vengano visti come sistemi in conflitto, bensì come metodi differenti in grado di garantire, in funzione delle specificità territoriale e di investimento, una sostenibilità economica, sociale e ambientale all’intero sistema agricolo. Il settore della difesa fitosanitaria è tra i più normati a livello comunitario e, grazie anche all’applicazione in questi anni della difesa integrata e biologica, ha permesso in Italia di ottenere elevati standard qualitativi in materia di residui e una contemporanea riduzione del consumo di prodotti fitosanitari, soprattutto di quelli a elevata tossicità.
Di tutt’altro avviso sono le principali associazioni ambientaliste e del biologico, che denunciano gravi lacune nella bozza del nuovo Piano. Secondo alcune di queste rappresentanze, infatti, manca un serio impegno verso la riduzione dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura e nelle aree frequentate dalla popolazione, a cui viene preferito un approccio di riduzione del rischio attraverso una maggiore disciplina nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari.