Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nel mondo, che complessivamente valgono 36,7 miliardi e crescono del 7,4%. Lo rileva la mappa L’agroalimentare italiano nel mondo, realizzata dalla Camera di Commercio di Milano con l’azienda speciale Promos, sulla base di dati Istat relativi agli anni 2014 e 2015.

Tutte le principali destinazioni sono in crescita, in particolare gli Stati Uniti (+19,7%) e il Regno Unito (+8,6%). I prodotti Made in Italy raggiungono anche il Giappone (al 10° posto), il Canada (11°), l’Australia (16°) e la Cina (17°).

La Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, ma gli Stati Uniti figurano al primo posto per vini, acque minerali e oli, la Spagna per il pesce fresco, la Grecia e le Filippine per gli alimenti per animali.

In forte crescita la Cina per latte, amidi, tè, caffè e vini, l’Arabia Saudita per frutta e prodotti da forno, l’Australia per pasta e piatti pronti, la Turchia per il cioccolato, l’Ungheria per carne lavorata e conservata, la Polonia per pesce conservato, gelati e condimenti, il Belgio per le acque minerali.

Tra i prodotti maggiormente esportati, i vini raggiungono i 5,4 miliardi di euro, seguiti da pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi, frutta e ortaggi lavorati e conservati con 3,4 miliardi.

Gli aumenti più consistenti si registrano per acque minerali (+21,1%), alimenti per animali (+20%), prodotti non lavorati da colture non permanenti tra cui cereali, riso, ortaggi (+15,5%), tè e caffè (+11,2%).

I principali centri esportatori del Belpaese sono: Verona con 2,7 miliardi di euro, Cuneo con 2,5 miliardi, Parma con 1,6 miliardi, Milano con 1,5 miliardi. Seguono Bolzano, Salerno e Modena.

Tra i centri che occupano le prime venti posizioni, la crescita maggiore è da attribuire a Napoli (+24,6%), Firenze (+23,4%) e Bergamo (+22,7%).

(© Osservatorio AGR)