3 Dicembre
imprese & mercati

Agricoltura sempre più attrattiva per i giovani

Fondazione Barilla ha presentato nei giorni scorsi i risultati di un’indagine sulla presenza dei giovani nell’agricoltura europea dalla quale l’Italia esce molto bene: il nostro è infatti il primo Paese nell’Unione Europea per imprese agricole guidate da under 35, che nel 2017 erano oltre 55.000 (+6% sul 2016).


Si tratta di un dato confermato anche da Coldiretti che, sulla base delle iscrizioni al registro delle imprese di Unioncamere relative al settembre 2020, rileva che, in controtendenza rispetto all’andamento generale nel 2020, con la crisi provocata dall’emergenza Covid si registra uno storico balzo del 14% del numero di giovani imprenditori in agricoltura rispetto a cinque anni fa.


Si può quindi dire, afferma l’organizzazione agricola, che è in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale, con il mestiere della terra che non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è invece la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite.


Quest’ultimo aspetto è confermato anche dalla ricerca di Fondazione Barilla: i giovani che lavorano in agricoltura usano il web e le nuove tecnologie: 1 su 4 è laureato e parla almeno una lingua straniera, 8 su 10 viaggiano spesso all’estero.


Anche la presenza femminile è in crescita: un terzo delle imprese agricole italiane ha una titolare donna. Nell’ultimo decennio il numero di imprese femminili è cresciuto: sono spesso aziende multifunzionali, che includono fattorie didattiche o agriasili per bambini.


La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati per azienda in più.


E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – rileva sempre Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.

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