2 Maggio
imprese & mercati

Accesso al credito: in calo i prestiti alle imprese agricole

Con un ammontare pari a 43,4 miliardi di euro, lo stock di prestiti bancari erogati alle imprese agricole ha chiuso il 2016 segnando un rallentamento del 2% rispetto al dicembre dell’anno precedente. Una dinamica analoga ai prestiti intercettati dal settore economico nel suo complesso, che vede in controtendenza solo le imprese del food & beverage, il cui stock ha guadagnato il 3,2% su base annua, attestandosi a 32,5 miliardi.

 

È la fotografia che emerge dal report sull’accesso al credito delle imprese agricole pubblicato dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) sulla base delle ultime informazioni rilasciate dalla Banca d’Italia.
Nello scenario di un rallentamento continuo dello stock complessivo di prestiti bancari, registrato dal 2011 al 2016, il peso rivestito dall’agricoltura su tale grandezza è comunque aumentato, passando dal 4,3% nel 2010 al 5% nel 2014, per poi rimanere costante sino al 2016.

 

Risultano, invece, in forte calo i finanziamenti per investimenti nel settore agricolo, generalmente rappresentati dallo stock di prestiti oltre il breve termine, che per il quinto anno consecutivo si è evoluto negativamente. Tuttavia – sottolinea il rapporto – la piena attuazione dei Programmi di sviluppo rurale nelle diverse regioni italiane potrebbe, nel prossimo futuro, dare il necessario impulso per un’inversione di tendenza del fenomeno.

 

L’analisi delle serie annuali dello stock per destinazione del finanziamento evidenzia che le richieste per la costruzione di fabbricati rurali sono state in generale più penalizzate di quelle volte all’acquisto di macchine, attrezzature e mezzi di trasporto e di quelle per l’acquisto di immobili rurali. Il peso dello stock di prestiti indirizzati alla costruzione di fabbricati è infatti passato dal 51% del dicembre 2010 al 41% di fine 2016.

 

Quanto alla capacità delle imprese di far fronte alle obbligazioni contratte, le informazioni della Banca d’Italia evidenziano come il tasso di decadimento (l’incidenza dei nuovi prestiti che entrano in sofferenza rispetto allo stock di prestiti di inizio periodo) riferito al settore agricolo sia sempre migliore rispetto a quello del complesso dei settori economici e del comparto food & beverage.

 

Il ricorso ai finanziamenti bancari rimane comunque un fenomeno appannaggio di un numero limitato di soggetti aziendali, come dimostra il fatto che, tra le imprese agricole intervistate, solo il 21% ha dichiarato di aver chiesto un finanziamento nel corso del 2016. Di queste, il 90,5% ha ricevuto risposta positiva, mentre il rimanente 9,5% si è diviso equamente tra la rinuncia per le condizioni troppo onerose e il rifiuto da parte della banca.

 

Le richieste di finanziamento delle imprese agricole sono motivate, in primo luogo, dall’esigenza di sostenere l’attività ordinaria d’impresa, secondariamente dalla necessità di effettuare investimenti di medio-lungo periodo. Va comunque evidenziato che, rispetto al 2015, nel 2016 la quota d’imprese che è ricorsa al credito per la gestione ordinaria d’impresa si è ridimensionata (48% delle aziende, a fronte del 52% dell’anno precedente).

 

In lieve crescita, invece, la quota d’imprese che ha chiesto un finanziamento per realizzare investimenti di medio-lungo periodo (costruzione di fabbricati rurali, acquisto macchinari e attrezzature ecc.), pari al 46% nel 2016, contro il 44% del 2015. A sostenere quest’ultima destinazione di finanziamento – rileva l’Ismea – potrebbero essere state le primissime erogazioni della spesa pubblica dei diversi Programmi regionali di sviluppo rurale.

 

(© Osservatorio AGR)

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