23 Agosto
mutamenti climatici

Mutamenti climatici: pesci più piccoli fino al 30% a causa del riscaldamento delle acque marine

Se le temperature degli oceani dovessero continuare ad aumentare a causa dei mutamenti climatici, le dimensioni dei pesci potrebbero diminuire dal 20% al 30%, con un impatto sia sull’industria ittica che sugli ecosistemi marini.

È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università della Colombia Britannica (UBC), pubblicato sulla rivista scientifica Global Change Biology, nel quale si fornisce una dettagliata spiegazione del fenomeno.

 

I pesci, evidenziano gli autori della ricerca, in quanto animali a sangue freddo, non sono in grado di regolare la loro temperatura corporea. Quando le acque in cui vivono diventano più calde, il loro metabolismo accelera e hanno bisogno di una maggiore quantità di ossigeno per sostenere le loro funzioni corporee. Esiste un punto oltre il quale le branchie non possono fornire abbastanza ossigeno per un corpo più grande, per cui i pesci smettono di crescere. Questo accade perché la superficie delle branchie, dalla quale gli animali ottengono l’ossigeno, non cresce allo stesso ritmo del resto del corpo.

 

Gli scienziati dell’UBC fanno l’esempio del merluzzo che, quando aumenta il suo peso del 100%, vede le sue branchie crescere solo dell’80% o meno. Se estesa al contesto del cambiamento climatico, questa regola biologica rafforza la previsione che i pesci si ridimensioneranno e che saranno ancora più piccoli di quanto prevedevano gli studi precedenti. Con il riscaldamento delle acque, infatti, le branchie potranno fornire meno ossigeno a un corpo che già cresce più velocemente di loro. Ciò costringerà i pesci a smettere di crescere quando raggiungono una dimensione minore, per essere in grado di soddisfare le loro necissità di ossigeno poco disponibile.

Tra le specie che possono essere maggiormente colpite da questa combinazione di fattori innescati dai cambiamenti climatici, figurano i tonni che, consumando elevate quantità di energia e ossigeno, potrebbero rimpicciolire ancora di più in caso di un ulteriore aumento delle temperature.

 

(© Osservatorio AGR)

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